Credendo di compiere un sano gesto, i genitori spesso confrontano i risultati e gli obiettivi dei propri figli con quelli di altri ragazzi o, perfino, di un fratello o di una sorella.
Affermazioni o domande tipo: “Guarda il tuo amico come è bravo”, “Guarda lui, è sempre seduto”, “Guarda, lui non piange mai”, “Guarda come è bravo a giocare”, “Hai visto che bel voto ha preso il tuo amico a scuola?”, ecc…vengono rivolte ai ragazzi durante tutto il loro percorso di crescita.
Innanzitutto, il confronto fra genitori e figli avviene quasi esclusivamente su questioni pratiche e materiali, senza tenere minimamente in considerazione le qualità sociali dei figli, tanto meno i loro sogni. Questo accade in quanto la nostra società richiede risultati pratici come fossimo delle api industriose, senza tenere minimamente conto della parte emozionale di ognuno, delle passioni che pulsano all’interno del cuore. L’obiettivo?
Creare esseri ammaestrati con l’unico scopo di produrre e rimanere in silenzio. Avviene così che i docenti, nella maggior parte dei casi, dinanzi ad una ragazza creativa, mostrano tutta la loro chiusura in quanto il “particolare” spaventa, come tutto ciò che si conosce poco. I genitori seguono la stessa linea poiché avere figli “uniformati” fa molto comodo e implica poco sforzo mentale e fisico nella loro “gestione”.
A riguardo, siamo giunti ad un punto in cui, se un figlio gioca con la terra in giardino, costruendo tunnel e fantasticando di creare ponti, come ricompensa riceve, nel migliore
dei casi, un rimprovero e viene “invitato” a rientrare in casa per giocare con i video giochi. I paragoni annullano la creatività e posizionano la mente in uno stato di incapacità.
Il discorso più ragionevole che si possa fare è quello di prendere come riferimento la persona rappresentante il traguardo più importante raggiunto riguardo la passione di un figlio. Ad esempio, se al “vostro” cucciolo la corsa genera curiosità e la sua passione pulsa per essa, anziché dirgli: “Guarda il tuo compagno come è bravo in matematica”, sedetevi insieme e ragionate. Riflettete sul successo di Usain Bolt, sulla sua notorietà e soprattutto sul “prezzo” che ha pagato per raggiungere i livelli planetari che lo hanno contraddistinto dalla massa.
Riflettete ancora su quante ore di allenamento ha svolto, sulle diete interminabili, sugli anni andato a dormire ripetutamente e in qualsiasi giorno alle 21.00, trascurando i propri amici, ma soprattutto sottolineate come il suo sogno sia stata la sua più grande motivazione! Il tutto affinché comprendiate quanto forte sia la passione di “vostro figlio” e soprattutto affinché possiate indicargli la strada che lo condurrà ad esprimere il suo talento!
Ogni ragazzo, ogni figlio, ogni adolescente è unico e irripetibile, con i propri sogni e le proprie aspirazioni. Cercare di deviarli, dando come riferimento un traguardo diverso dalle loro aspirazioni e aspettative, annulla le capacità che li contraddistingue e spegne il fuoco che arde loro dentro, fuoco generatore di quella energia interminabile che li nutre per tutto il loro percorso. Piuttosto che fermarvi ai paragoni, anche tra fratelli o amici, esaltate maggiormente le caratteristiche che contraddistinguono i “vostri figli” affinché proprio la loro forza sovrasti i loro limiti.
N.B. Tali idee rispecchiano semplicemente il pensiero dei grandi luminari della psicologia infantile e sono le stesse che io ho applicato nel mio cammino. Per qualsiasi dubbio, rivolgetevi ad un medico esperto.