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L’Aquila che credeva di essere un pollo

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Un contadino, mentre passeggiava tra le colline, scorse tra le foglie un uovo di dimensioni diverse dal solito. Pensò bene, avendo proprio in quei giorni la chioccia a covare, di portare l’uovo con sé e di adagiarlo sul letto di paglia dove erano posizionate anche le altre uova. I giorni trascorsero e finalmente le uova si schiusero. I sette pulcini, di cui uno diverso dagli altri per colore e grandezza, iniziarono a prendere confidenza con il pollaio e con i coinquilini.

Ben presto effettuarono le prime esplorazioni, sopraggiunsero i primi confronti con i pulcini più grandi e soprattutto cominciarono ad arrivare le prime critiche a quel pulcino insolito. In molte occasioni veniva deriso senza motivo e gli schernimenti raggiungevano l’apice quando si lasciava andare nel rivelare il suo sogno: volare! Il desiderio era talmente forte e sentito che le beffe nemmeno scalfivano il suo orgoglio. Anzi, con molta positività, il suo sguardo era rivolto spesso al cielo e ad alcune creature, ai suoi occhi speciali, che di tanto in tanto sorvolavano lo stesso.

Tra le varie critiche, tra cui quelle della madre che ormai lo ignorava del tutto, il pulcino continuava a crescere più degli altri e il suo sogno era sempre più vivido! Giorno dopo giorno, spinto dal forte desiderio di volare, tra le innumerevoli critiche, provò addirittura a spiccare il volo, ma, dopo qualche metro, il suo sogno si infranse sulla recinzione. Tutti lo disapprovarono fortemente, invitandolo a rassegnarsi e a vivere una vita normale come la loro. Ma il pulcino “diverso” dagli altri, al solo pensiero di rimanere lì dentro, senza la possibilità di esplorare il mondo, andava letteralmente fuori di testa.

Dopo qualche giorno, quelle creature speciali tornarono a sorvolare il pollaio, volteggiando in traiettorie circolari. La voglia di raggiungerle era al culmine e, mai come quella volta, lo strano pulcino sentì forte il desiderio di essere là con loro. Prese la rincorsa più lunga che poteva e, tra l’ilarità di tutto il pollaio, spiccò il volo, questa volta superando la recinzione. La sensazione che provò fu unica, indescrivibile e colma di adrenalina. In quel momento dimenticò tutti e tutto e si librò nel maestoso cielo, la sua vera casa.

Tra mille emozioni, raggiunse quelle creature che per troppo tempo aveva solo ammirato dal pollaio e con grande entusiasmo si aggiunse a loro. Una di queste gli chiese: << Come mai sei rimasto tutto quel tempo in un pollaio?>>. <<Sono un pollo e credevo che quella fosse la mia unica dimora>>, rispose. L’altra replicò:<<Sei un’aquila, appartieni alla nostra razza e, dentro di te, nel profondo, lo hai sempre saputo>>.

Limitare i figli, senza dar loro la possibilità di credere nei propri sogni, potrebbe indurli a ritenere di essere dei “polli”. Sosteneteli, spronateli e apriranno le “ali” volando sempre ad alta quota!

N.B. Tali idee rispecchiano semplicemente il pensiero dei grandi luminari della psicologia infantile e sono le stesse che io ho applicato nel mio cammino. Per qualsiasi dubbio, rivolgetevi ad un medico esperto.

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