Lasciamo nel nostro cervello solo le pagine che rievocano momenti positivi e facciamo notare ai “nostri” ragazzi maggiormente i loro risultati e lati migliori, sminuendo quelli che lo sono meno. Trasferiamo il concetto che un eventuale “errore” rappresenta solo un modo per fare meglio, anziché un’etichetta.
Accade che se una mattina, facendo colazione, un ragazzo lascia cadere erroneamente la tazza di thè sul tavolo, il genitore nella maggior parte dei casi afferma frasi del tipo, <<Sei sempre distratto>>, oppure <<Combini sempre pasticci>>. Questo modo di comunicare etichetta il ragazzo, con il suo momento di disagio, facendogli dimenticare la sua “grandezza di essere unico” e, soprattutto, crea un’immagine nel suo “album della vita” di perdente. Va usata, in questi contesti, la giusta comunicazione. Ad esempio, <<Sei molto intelligente ed attento (tutti lo siamo in quanto nasciamo così), quindi la prossima volta agisci per le capacità che hai>>. In questo modo, creeranno un’immagine positiva nella propria mente e, ogni volta che verrà rievocata, farà vivere loro lo stesso momento magico di quando lo abbiamo elogiato come “essere infinito”!