Durante la cena, potremmo condividere insieme ai “nostri” figli due argomentazioni. La prima parlando del cibo che stiamo mangiando, la provenienza, se conosciamo la tipologia di coltivazione e come viene prodotto. La seconda? Chiediamo come si è evoluto l’avvenimento più bello che li aspettava durante la giornata, se le energie impiegate sono state sufficienti nei momenti più impegnativi e se hanno realizzato tutto quanto programmato, come augurato davanti a scuola; soprattutto, cosa della stessa porteranno con loro da utilizzare come esperienza. Se da tali discorsi emerge un’incertezza nell’affrontare qualche sfida, parliamone subito dopo cena. Perché? Ogni pensiero manifestato a tavola, si aggiunge matematicamente all’energia del cibo che finisce in circolo con il nostro sangue e tornando nel cervello diventa nutrimento se positivo, veleno, se negativo. Pensiamo per un attimo alla madre che allatta il bambino al seno. Con la mente proiettata su pensieri negativi dovuti a qualche vicissitudine, il bambino può avere un’indigestione o qualche piccola colica in quanto lo stato mentale descritto “avvelena il latte”.

La cena potrebbe essere un ottimo momento di condivisione…
- Autore dell'articolo:Mauro
- Articolo pubblicato:14 Ottobre 2019
- Categoria dell'articolo:Blog
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