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“Te lo avevo detto…!” Quante volte lo abbiamo pronunciato…

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Qualche caduta occasionale si verificherà di sicuro. In tale caso si manifesterà tutto il potere della comunicazione negativa. Vi suona familiare la famosa affermazione: “Te lo avevo detto?”.
Cadendo in un clima di tensione, indotto dalle innumerevoli raccomandazioni, il cervello sposta l’attenzione dal vivere il presente a quanto potrebbe accadere e anche con un piccolissimo “incidente” il dolore che si percepirà sarà maggiore. Al contrario, giocando in un clima di distensione totale e in uno stato di positività, il cervello rafforza in automatico il potenziale del bambino grande e un’eventuale caduta si percepirà differentemente. Gli Indiani d’America, prima delle incivili e disumane colonizzazioni subite, camminavano giorni tra le praterie, senza bere e lamentarsi e con ferite indescrivibili continuavano il loro lavoro come se nulla fosse. Le donne nel giorno stesso in cui partorivano tornavano nei campi. Cosa allora può essere mai cambiato visto che oggi nelle “riserve”, nella maggior parte dei casi, vivono “all’occidentale?”. Hanno avuto semplicemente l’esempio che le azioni prima praticate potevano essere svolte in maniera più blanda e con tempi più lunghi, scoprendo la “comoda vita” e comportandosi di conseguenza. Prima di quel momento, il loro cervello era assolutamente proiettato sull’obiettivo da raggiungere e nulla poteva distoglierlo da esso. Sapete perché un bambino che cade piange? Per la reazione di paura che percepisce verbalmente e dai gesti. Provate nel momento che cade a dire, con un vistoso sorriso: << Brava cucciola, sei caduta atterrando bene. Come stai?>> . Pronunciate queste parole con entusiasmo e sicurezza, piangere per una caduta diventerà un ricordo lontano. Maggiore entusiasmo, maggiore sicurezza e ancora una volta il potere della mente e della comunicazione vinceranno.

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